lunedì 12 febbraio 2018

Tavernanova, 1804: lo spirito di indipendenza del sac. Francesco Fontana. di Licignano...

...non era ben visto dai sacerdoti che a turno - da Pomigliano, di cui Tavernanova era frazione - venivano a celebrare le festività religiose in quel della Cappella di S.Maria ad Nives.
Il testo integrale della lettera, indirizzata probabilmente al Barone Francesco Cattaneo di Pomigliano è il seguente (a Nola il Vescovo non era stato designato dopo la morte del Monforte):

"Avendoci V.E. Ill.ma Reverendissima imposto dire il nostro parere circa la supplica presentata dagli abitanti di Tavernanova ci facciamo in dovere di ricordarle che queste med. premure furono già fatte altra volta a Mons. Monforte, di felice memoria, ed il saggio prelato, considerato maturo l'affare, giudicò non doversi aderire permettendo solamente a quel sacerdote Francesco Fontana di Licignano di ascoltare la Confessione degli uomini e delle donne ammalate.
Non le diciamo nulla dell'opposizione sempre fatta da Monsign. Lopez, il quale rigorosamente pretese che in quella Cappella non vi si mantenessero altri Ministri Sagri, fuorchè mai sudditi, e spesso ne domandava, sul motivo, com'ei diceva, che terminando quivi la Diocesi Nolana, non avesse coll'andare il tempo a soffrire qualche pregiudizio la sua giurisdizione spirituale non meno che la temporale del nostro Barone.
Noi poi abbiamo tollerato che il sudd.to sacerdote, benchè no Diocesano, interinalmente vi fosse impiegato per la Messa festiva, perchè non ci è riuscito di determinare alcuno dei nostri di abbracciare questo partito.
Del resto, molto ci dispiace che estranei abbiamo ad occupare il luogo dei paesani. Intanto poi non sappiamo risolverci a volere che il suddetto sacerdote eserciti in quella Cappella il Sagro Ministero di ascoltare le confessioni delle donne sia perchè questo sarebbe di occasione a quei nostri figliani
di abbandonare assolutamente la Parrocchia, nè mai riconoscere per loro Pastori, si perchè essendo solo, e non avendo la soggezione ne dei Parrochi ne di altro sacerdote, può facilmente prendersi qualche libertà ed introdurre degli abusi.
 Già perchè, mostrando egli uno spirito di indipendenzaed avendo l'arte di cattivarsi la gente, può in progresso di tempo arrecarci delle serie inquietudini e toglierci la libertà di far rimpiazzare il suo luogo da qualche nostro Prete, quando se ne dia l'opportunità, come abbiamo in mira di effettuare.
[...]"

Questo documento continua per poche righe di convenevoli finali. Poi un Post Scriptum:

"che qualora quelle anime abbiano bisogno di Confessore, non avremo difficoltà di andarci noi di persona, o di mandarle qualche altro Confessore della nostra Parrocchia, ma vogliamo esserne preventivamente avvisati, acciocchè non vada a vuoto la fatiga, come successe al sign. Arciprete, che ivi si portò ma senza la soddisfazione di sentirne uno o due"

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