domenica 8 settembre 2013

Era il 18 Dicembre del 1631...

D. Barra - Eruzione del Vesuvio del 1631
"verso la sera si viddero venir spaventati da Pomigliano d'Arco e altri casali situati nel piano delle falde di detta Montagna, distanti dal fuoco più di 4 miglia, gl'habitatori fuggendo la morte che gli soprastava da pericolo d'acqua, la quale scendendo dalla montagna riferiscono che ha portata tanta quantità di cenere che ha sepolto le case più basse de' loro casali e delle più alte a pena appariscono li tetti."
E' il resoconto di quei terribili giorni successivi alla grande eruzione esplosiva del 16 e 17 Dicembre del 1631, come li leggiamo nel vol. XIV (2) dell' Archivio Storico per le Province Napoletane.
E nello stesso volume, annoto qualche giorno dopo, il 3 gennaio 1632: "Il danno delle acque e quel che hora dà maggiore molestia, perchè non potendo per l'inondazione già fatta dargli con facilità esito, si vedono crescere ogni giorno notabilmente: discorrendosi, che oltra il fiume Sarno e i due formali di Napoli, che hanno deviato il loro corso e allagato dalla parte di Marigliano, Pomigliano d'Arco, Arienzo e altri luoghi da quei contorni, esce ancora acqua dalla montagna, oltre quella che si è vista mancare, che accresce la difficoltà di riparare il danno".

Certamente Tavernanova non fu immune nè dalla cenere, nè (soprattutto) dalle inondazioni pure perchè un "Formale reale" ce lo avevamo proprio vicino...
Ed è ancora più certo che il 1631 abbia rappresentato per le nostre zone un momento di svolta sotto tutti i punti di vista.

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