Posti nel blog...
- Condottieri di ventura nei luoghi arcoriani...
- Storielle e filastrocche....dedicate a Tatonno 'e Galiota
- 'E canzone d'o zie Peppine (Giuseppe Porcaro)...
- I caduti della Grande Guerra (1915-18)
- Museo Virtuale "Tavernanova400"
- Cronache dalla Seconda Guerra Mondiale
- Video tavernanovesi...
- San Martino di Casamanna
- Aree archeologiche della zona arcoriana
- Inno Tavernanovese di Antonio Barone.
- Calendario Tavernanovese 2024
venerdì 29 dicembre 2017
Scaricatevi il Calendario Tavernanovese 2018
Quest'anno non ho provveduto a metterlo indirettamente in vendita perchè tra spese di spedizione (6 €) e tempi di spedizione, non ne valeva la pena.
In rete bisognerebbe stamparne un bel pò per scendere di prezzo, ma poi...?
Io ve lo lascio in formato .pdf, di modo che lo possiate stampare (o ve lo fate stampare) e "attrezzarlo" come Vi piace...e per scaricarlo, cliccate sull'immagine soprastante: si aprirà il visualizzatore pdf che avrà, tra le sue opzioni, quella di download del file.
Per ora, Buon Duemiladiciotto!
giovedì 21 dicembre 2017
martedì 12 dicembre 2017
Al "Tracciolillo" si cominciò a pensare nella primavera del 1876...
...come ci racconta il Prof. Crescenzo Aliberti nell'opuscolo stampato nel Maggio 2016 dal Comune di Pomigliano d'Arco.
Si trattava di agevolare le condizioni di comunicazione tra i tre comuni del mandamento (Licignano, Casalnuovo e, appunto, Pomigliano).
A quel tempo, scrive il Prof. Aliberti, si veniva a Pomigliano per faccende giudiziarie (pretura et carcere..), per il mercato del giovedì e per venire a lavorare o commerciare presso le varie Fabbriche di Alcool presenti in loco.
Il Tracciolillo era stimato in 1520 metri di lunghezza.
Si trattava di agevolare le condizioni di comunicazione tra i tre comuni del mandamento (Licignano, Casalnuovo e, appunto, Pomigliano).
A quel tempo, scrive il Prof. Aliberti, si veniva a Pomigliano per faccende giudiziarie (pretura et carcere..), per il mercato del giovedì e per venire a lavorare o commerciare presso le varie Fabbriche di Alcool presenti in loco.
Il Tracciolillo era stimato in 1520 metri di lunghezza.
domenica 10 dicembre 2017
Aprile 1867: Pasquale Gaudiosi, originario di Tavernanova...
...fu eletto al Consiglio Provinciale nel mandamento/collegio di Pomigliano d'Arco, di cui facevano parte i comuni di Casalnuovo e di Licignano (si, avete letto bene, Comune di Licignano).
Il Pasquale Gaudiosi "originario della frazione di Tavernanova", era stato anche sindaco di Pomigliano nel triennio 1860-1863.
Il Prof. Crescenzo Aliberti riporta tutto (foto compresa) nell'opuscolo "Ottocento Pomiglianese: i documenti", stampato dal Comune di Pomigliano nel Maggio 2016 ed a lui vanno i ringraziamenti di tutti.
Il Pasquale Gaudiosi "originario della frazione di Tavernanova", era stato anche sindaco di Pomigliano nel triennio 1860-1863.
Il Prof. Crescenzo Aliberti riporta tutto (foto compresa) nell'opuscolo "Ottocento Pomiglianese: i documenti", stampato dal Comune di Pomigliano nel Maggio 2016 ed a lui vanno i ringraziamenti di tutti.
martedì 21 novembre 2017
1965 Anno della neve...
Avevo già pubblicato delle foto in cui era evidente una bella nevicata nel cortile del vecchio Bar Porcaro, risalenti alla famosa nevicata del 1965, che seguiva quella ancor più famosa del 1956.
Ho reperito altre foto a riguardo (in cui sono presenti mia madre e mio zio) dove è possibile scorgere anche il territorio dietro il cortile e l'edicola votiva (tuttora presente, ma ridipinta qualche decennio fa) di S. Antonio da Padova, a cui mio nonno Antonio Porcaro era molto devoto...
E' ora di sciorinare i ricordi...
Ho reperito altre foto a riguardo (in cui sono presenti mia madre e mio zio) dove è possibile scorgere anche il territorio dietro il cortile e l'edicola votiva (tuttora presente, ma ridipinta qualche decennio fa) di S. Antonio da Padova, a cui mio nonno Antonio Porcaro era molto devoto...
E' ora di sciorinare i ricordi...
sabato 11 novembre 2017
via Filippo Manna a Tavernanova...
Fonte: http://www.fondazionemanna.it/cms/index.php/biografia |
Mi sono incuriosito e vi riporto quindi quanto ritrovato su internet:
"Il Prof. Filippo Manna è nato a Casalnuovo di Napoli (NA) il 28 gennaio 1922 ed è ivi deceduto il 28 ottobre 2009.
Si è laureato giovanissimo, a soli 23 anni, il 21 dicembre 1945 in ingegneria industriale – Sottosezione meccanica. Allievo del Prof. Raffaele Tarantino diventa Libero Docente di Meccanica Applicata nel 1958, fu il primo classificato al Concorso per la Cattedra di Costruzione di Macchine bandito dall’università di Padova nel 1961. Chiamato dalla Facoltà d’Ingegneria dell’Università di Napoli a coprire l’omonima Cattedra vi ha dal 1962 professato a tempo pieno tale Disciplina in qualità di Professore Ordinario del Corso di Laurea in Meccanica fino alla data del 31-10-1997 di messa in congedo per raggiunti limiti d’età. E’ stato per oltre 10 anni Direttore di Istituto e di Dipartimento.
E’ stato componente dal maggio 2008 del Comitato Ordinatore dell’Università telematica Giustino Fortunato il cui Rettore è il Prof. Augusto Fantozzi.
E’ stato Socio Ordinario, dal 1965, dell’Accademia Pontaniana della cui I Sezione (Scienze matematiche pure ed applicate) è stato Presidente dal 1998 a. Ha per oltre un decennio rappresentato ufficialmente l’Italia nell’International Congress on Fracture (ICF) ed è stato Componente del Comitato Tecnico Impianti a pressione dell’Istituto Superiore per la Sicurezza del Lavoro (ISPSL) del Ministero della Sanità.
E’ autore di circa 250 memorie scientifiche riguardanti i settori di sua specifica competenza che vanno dalla Meccanica Applicata al Disegno Industriale ed afferiscono in particolare ai problemi di dimensionamento ed alla morfologia degli organi delle macchine, relativamente ai quali ha conseguito in Italia ed in Germania numerosi brevetti industriali [manicotti di scorrimento alla rototraslazione (Ballbushing), molle ad anelli gobbi (Sattelringfeder), anelli compensatori (Toleranzringe), ecc..
Ha pubblicato numerosi lavori didattici riguardanti la Costruzione di Macchine, le Macchine di sollevamento e trasporto ed il Disegno di Macchine portando a compimento, dopo circa tre lustri di ricerca e di documentazione, una monumentale STORIA DELLA SALDATURA (due volumi di oltre 1000 pagine, 1700 figure, 27 tavole fuori testo e 588 richiami bibliografici) ch’è l’unica nel suo genere e venne congiuntamente presentata nel 1981 all’IIW (International Institut of Welding) di Lisbona ed all’USSR-National Welding Committee di Kiev; 500 copie di tale Opera vennero acquistate dalla COMAU INDUSTRIALE (Consorzio Macchine Utensili, Torino) per essere distribuite agli Uffici Tecnici FIAT di cui la COMAU è notoriamente la Divisione specializzata in Robotica Industriale.
Sempre dopo un minuzioso lavoro di documentazione il Manna ha pubblicato pei tipi della Liguori Editore LE CHIAVI MAGICHE DELL’UNIVERSO, un volume a più chiavi di lettura di 456 pagine (832 illustrazioni delle quali 250 a colori e n.6 tavole fuori testo), cui è stato assegnato il Premio 1989 del Ministero pei Beni Culturali ed Ambientali e ch’è stato poi presentato al Maurizio Costanzo-Show del 13-4-1992 dallo stesso Autore. Per certi versi correlati all’argomento di quest’Opera sono i due volumi del medesimo LA TRIMURTI DELLE SCIENZE ESATTE e LE SPIRALI DI SATANA, laddove se ne distingue per mole di riferimenti storici e di documentazione iconografica IL PRIMATO DELLA LUCE, un libro di 513 pagine, 268 figure e LXXII tavole a colori patrocinato dal Comitato Nazionale per Scienze d’Ingegneria ed Architettura del CNR e che gli valse, nel 1996, il conseguimento del “Primo Premio Antonio Genovesi” per Benemeriti della Cultura e della Scienza. E’ stato poi notevole lo sforzo compiuto dal Manna per la composizione dell’opera in tre volumi UOMINI E MACCHINE (complessive 1120 pagine, 1500 illustrazioni ed 84 tavole a colori) nei quali con narrazione chiara ed appassionata che avvince il lettore tenendone sempre vivo e costante l’interesse vien fatto un excursus delle innovazioni tecniche che più hanno influenzato il progresso umano. Qui il Manna si preoccupa non soltanto di ben individuare le categorie degli inventori, ma anche di elencare e discutere in merito a tutte le condizioni al contorno che possono esaltare o far miseramente fallire anche il più utile dei ritrovati. Moltissime illustrazioni di questi tre volumi riguardano dispositivi arcaici delle preterite età innanzi ai quali vien fatto quasi di commuoversi pensando al travaglio richiesto dai loro ideatori e soprattutto al disinteresse, ormai giustiziato dal dio profitto, di cui quasi sempre i medesimi davano prova impegnandosi allo spasimo; è soprattutto questo disinteresse che i Musei ove ancora qualcuno dei detti dispositivi è custodito dovrebbero prospettare con qualche inserto da aggiungere al nome del cireneo che n’è stato l’ideatore e magari l’esecutore. Per quest’opera, in anteprima presentata all’Accademia dei Lincei, venne assegnato al Manna, addì 7 giugno 2001, il Premio Marathon con la seguente motivazione: “Al culmine della ricerca scientifica, acutissima, indagata nella più sottile eccezione, ritrova quella filosofia che riporta sugli orizzonti delle grandi e non ancora rivelate intuizioni. All’apice del momento scientifico c’è la riscoperta dell’orizzonte filosofico e la meraviglia delle intuizioni dei grandi maestri del passato”.
Ulteriori notizie sul sito della Fondazione omonima http://www.fondazionemanna.it/cms/index.php.
domenica 22 ottobre 2017
Pasqualino Castiello miracolato dalla Madonna dell'Arco
Siamo alla fine del 1800. Si legge nel "Periodico Mensile Madonna dell'Arco" che "Castiello Pasqualino di Taverna Nova, fu menato per mano dalla madre al nostro Santuario perchè confermasse colla...". Ma Google stoppa qui lo snippets.
La pagina è la 288 del periodico, stampato nel 1891-1894 dai Fratelli Tornese.
Urge del tempo per una visita alla Biblioteca Nazionale (o al Museo degli ex-voto del Santuario?)...
domenica 24 settembre 2017
don Viscardi Menzione e la processione dei "Misteri"...
La tomba di don Giuseppe Viscardi Menzione nella Parrocchia tavernanovese |
"IL GIOVEDI' santo, negli anni Trenta, un sacerdote terzigese, Don Viscardi Menzione, di felice memoria, fu il promotore di una processione detta dei "Misteri", la quale girava non solo per il paese, ma anche in Poggiomarino, Flocco, Casilli e Santa Maria La Scala, dalla tarda mattinata fino a tarda sera; si fermava in tutte le chiese ove c'era il "Sepolcro" per una visita al S.S. Sacramento e poi venivano cantate le strofette, forse arie metastasiane, sulla passione del Signore. Era un vero spettacolo di fede,offerto da uomini del popolo, profondamente cristiani. Inoltre, fino agli anni Quaranta, in piazza a Terzigno giungeva, nel pomeriggio, una processione dalla località Piano del Principe ('o Chian') detta "'e Vvirgenelle" composta in gran parte da ragazze vestite di bianco e da alcuni adolescenti vestiti da antiche soldati romani, i quali trascinavano, per così dire, un giovane che impersonava Gesù. Non mancavano le "pie donne" che accompagnavano Gesù sul Calvario. Si svolgeva un sacra rappresentazione, usando il testo scritto da Fra' Jacopone da Todi, autore del Trecento. Dopo la parte recitata, venivano eseguiti dei canti, sempre aventi come argomento la passione di Gesù."
Chissà se il don propose tale manifestazione anche al villaggio tavernanovese...comune il 28 Settembre cadono i 78 anni dalla scomparsa: lo ricorderemo?
giovedì 21 settembre 2017
17 Settembre 1943: il ricordo delle vittime della tragica incursione su Casalnuovo
fonte: Istituto Geografico Militare Italiano |
I fratelli De Maria, Mario e Angelo, che abitavano nel palazzo all’epoca in Via Benevento 69, accorsero a vedere le fiamme, insieme a molti altri. Quando i ragazzi arrivarono all’altezza del numero 73, caddero altre bombe che andarono dapprima a colpire lo Stabilimento della Partenope di fronte, adibito alla riparazione degli accumulatori per i sommergibili della Regia Marina, poi l’intero corpo di fabbrica sul lato sinistro della strada; morì sotto le macerie Angelo De Maria, insieme ad altre 30 persone, i cui nomi sono incisi su una lapide affissa nei pressi della Chiesa del Carmine in Via Benevento 36".
(fonte. S.Pocock - Campania 1943 - Three mices book)
martedì 19 settembre 2017
Le cartoline dell'Addolorata di don Viscardi Menzione...
"Volete grazie dall'Addolorata?
Fate una novena recitando tre Pater, Ave Gloria e Salve Regina.
Durante la novena frequentate i Sacramenti e promettete una elemosina per la chiesa che si è iniziata a Tavernanova.
Per ischiarimenti, fiorellini ed oggetti di divozione rivolgersi al parroco"
firmato Menzione Viscardi
E' il testo stampato sul retro di una cartolina degli anni 1930-1940, per promuovere la Parrocchiale tavernanovese.
Fate una novena recitando tre Pater, Ave Gloria e Salve Regina.
Durante la novena frequentate i Sacramenti e promettete una elemosina per la chiesa che si è iniziata a Tavernanova.
Per ischiarimenti, fiorellini ed oggetti di divozione rivolgersi al parroco"
firmato Menzione Viscardi
E' il testo stampato sul retro di una cartolina degli anni 1930-1940, per promuovere la Parrocchiale tavernanovese.
venerdì 8 settembre 2017
74 anni fa, 8 e 9 Settembre 1943: Mauro Errichiello di Casalnuovo organizza la Resistenza...
...nel territorio casalnuovese. Come già riportato in un post precedente, Mauriello 'o sciumme già dal 5 Settembre aveva cominciato un certo "sondaggio", cominciando da quei giovani che volevano evitare di lavorare per i tedeschi.
L'8 Settembre 1943 però, L'Italia firma l'armistizio con l'Inghilterra e gli Stati Uniti e questo avvenimento diede il via alla effettiva organizzazione di una ala protopartigiana nel nostro territorio.
Scrive Simon Pocock:
"All’alba del 9, un generale di divisione italiana, forse lo stesso Ettore Del Tetto, comandante della Difesa Territoriale di Napoli, passò per la Via Nazionale delle Puglie, proveniente da Casamarciano dove il comando del 19° Corpo d’Armata del Generale Pentimalli si era appena trasferito. Fu detto ai vari reparti italiani dislocati lungo la strada di tornarsene a casa, episodio di cui fu testimone il caporale Mario Mattiuzzo, di stanza con una compagnia di mitraglieri nel vicinissimo territorio di Casoria, alla Cittadella. La maggior parte dei soldati italiani seguirono il consiglio del generale, rompendo gli otturatori delle loro armi e scappando via.
Nel periodo del dopo-armistizio, quindi, si aggiunsero alla banda di Errichiello una decina di soldati sbandati dalle varie batterie e così quest’ultimo finì per trovarsi a capo di una vera e propria compagnia di combattenti.
Dinanzi all’abbandono delle loro responsabilità da parte delle autorità militari e civili, una parte della popolazione civile non potette vincere la tentazione, o la necessità, di appropriarsi di proprietà pubbliche e private: così, il 9 settembre furono svaligiati i locali dell’Officina dell’Aeronautica Militare, davanti alla Stazione della Ferrovia di Stato in Via Roma, l’attuale Ex-Moneta, in Via G. Falcone." (fonte S.Pocock "Campania 1943 - Vol.II).
Saluto al capo Errichiello!
sabato 12 agosto 2017
12 Agosto 2012: Tavernanova piange il suo Monsignore
Sono passati già cinque anni da quel giorno, che ne io ne tantomeno alcuno dei tavernanovesi potrà dimenticare: è la nascita al Cielo, accolto da applausi e grida di gioia, del nostro don Gennaro Fico, Monsignore.
Il primo ad aver voluto promuovere la storia di questo villaggio (poche righe in un opuscolo che fece stampare e distribuire aggratis, in cui vi erano anche informazioni sulle "tendenze" sociali del territorio) ed il primo che credeva nella "gioventù" di questo luogo.
Ho avuto l'onore di averlo avuto sia come parroco che come insegnante di Fisica e Matematica.
Manca letteralmente a questa Comunità e gli siamo grati per il bene che ha seminato.
Non ti abbiamo dimenticato, Don!
Il primo ad aver voluto promuovere la storia di questo villaggio (poche righe in un opuscolo che fece stampare e distribuire aggratis, in cui vi erano anche informazioni sulle "tendenze" sociali del territorio) ed il primo che credeva nella "gioventù" di questo luogo.
Ho avuto l'onore di averlo avuto sia come parroco che come insegnante di Fisica e Matematica.
Manca letteralmente a questa Comunità e gli siamo grati per il bene che ha seminato.
Non ti abbiamo dimenticato, Don!
sabato 15 luglio 2017
Et voilà: S.Martino da Casamanna!!
S.Martino di Casamanna... |
Con il suffragio di documenti antichi (la chiesa era menzionata tra i beni del Monastero di S.Maria Maddalena di Napoli, vedi anche qui) ci è possibile sognare...
Casamanna: particolare da una foto aerea del Luglio 1943 |
martedì 11 luglio 2017
Oggi la comunità benedettina tavernanovese avrebbe festeggiato...
...il suo Padre Fondatore, S. Benedetto da Norcia.
Nell'ambito della famosa regola Ora Et Labora,
Vi passo uno stralcio della regola (Capp. 16 e 48):
"Seguendo l'esempio del profeta che dice: "Ti ho lodato sette volte al giorno", raggiungeremo questo sacro numero di sette se adempiremo quanto c'impone il nostro servizio alle Lodi, a Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespro e Compieta".
[...]
"L'ozio è nemico dell'anima; è per questo che i fratelli devono, in determinate ore, dedicarsi al lavoro manuale, in altre invece, alla lettura dei libri contenenti la parola di Dio. Di conseguenza, entrambe le occupazioni vanno a nostro avviso così distribuite nel tempo loro proprio: la mattina i monaci, uscendo dall'Ufficio di Prima, attendono ai lavori necessari fin verso le dieci; da quest'ora fino a quando celebreranno Sesta si dedichino alla lettura. Dopo la celebrazione di Sesta, il pranzo e poi il riposo a letto in perfetto silenzio; nel caso che uno voglia continuare la lettura per suo conto, lo faccia in modo da non dare fastidio a nessuno.
Nona la si celebri con un po' di anticipo verso le 14 e 30; poi si torni al proprio lavoro fino a Vespro.
Se poi le particolari esigenze del luogo o la povertà costringeranno i fratelli a raccogliere personalmente i frutti della terra, non se la prendano, perché allora sono davvero monaci se vivono del lavoro delle proprio mani come gli apostoli".
Nell'ambito della famosa regola Ora Et Labora,
Vi passo uno stralcio della regola (Capp. 16 e 48):
"Seguendo l'esempio del profeta che dice: "Ti ho lodato sette volte al giorno", raggiungeremo questo sacro numero di sette se adempiremo quanto c'impone il nostro servizio alle Lodi, a Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespro e Compieta".
[...]
"L'ozio è nemico dell'anima; è per questo che i fratelli devono, in determinate ore, dedicarsi al lavoro manuale, in altre invece, alla lettura dei libri contenenti la parola di Dio. Di conseguenza, entrambe le occupazioni vanno a nostro avviso così distribuite nel tempo loro proprio: la mattina i monaci, uscendo dall'Ufficio di Prima, attendono ai lavori necessari fin verso le dieci; da quest'ora fino a quando celebreranno Sesta si dedichino alla lettura. Dopo la celebrazione di Sesta, il pranzo e poi il riposo a letto in perfetto silenzio; nel caso che uno voglia continuare la lettura per suo conto, lo faccia in modo da non dare fastidio a nessuno.
Nona la si celebri con un po' di anticipo verso le 14 e 30; poi si torni al proprio lavoro fino a Vespro.
Se poi le particolari esigenze del luogo o la povertà costringeranno i fratelli a raccogliere personalmente i frutti della terra, non se la prendano, perché allora sono davvero monaci se vivono del lavoro delle proprio mani come gli apostoli".
mercoledì 28 giugno 2017
Il nobile Francesco Letterese ed i suoi possedimenti tavernanovesi....
Scuola Napoletana del XX sec. - Viandanti in campagna |
Stando a certa documentazione, il nostro Letterese era un banchiere, un nobile, confratello della Regale Arciconfraternita de Nobili della Concezione eretta nel Chiostro del Venerabile Monistero di Montecalvario (al 7 Gennaio 1685, fonte "La Regale Arciconfraternita de Nobili della Concezione eretta nel Chiostro del Venerabile Monistero di Montecalvario", 1822 ) .
Troviamo il magnifico (così come viene appellato sul disegno reperibile all'Archivio di Stato di Napoli) anche tra coloro che in qualche modo frequentavano la Chiesa dei SS. Apostoli in Napoli (al 1697, fonte: C.Padiglione - "La biblioteca del museo nazionale nella Certosa di S. Martino in Napoli ed i suoi manoscritti" - 1876).
Il territorio di proprietà del nostro Francesco si trovava pressapoco tra via Lucrezio (trav. di via Filichito) e l'area dove è oggi il distributore Q8 in via Filichito, metro più, metro meno.
lunedì 19 giugno 2017
88 moggi coltivati a vitigno latino in quel di Arcora
fonte: http://www.museidelcibo.it |
I vitigni tutti coltivati a vite latina che, a differenza di quello denominato a vite greca (comunque coltivato nei luoghi arcoriani), era di bassa qualità, tipicamente bianco e ragionevolmente più a buon mercato.
Il motivo alla base di queste coltivazioni intensive era che la concentrazione dei terreni si disponeva ad appannaggio dei conventi napoletani e di singoli aristocratici (esempio i Carafa e i Bozzuto). Pertanto, era più efficace economicamente avere una coltivazione intensiva di vino latino che si vendeva di più piuttosto che quella di vino greco specie in luoghi "depressi" dal punto di vista territoriale.
Grazie per le visite.
sabato 17 giugno 2017
I moti del Luglio 1820 (quelli di Morelli & Silvati) passano per Tavernanova (parte II)
Tutto nel testo seguente:
DECISIONE DELLA GRAN CORTE SPECIALE DI NAPOLI SPECIALMENTE DELEGATA DA SM (DG), nelÌa Causa contro i rivoltosi di Monteforte cd Avellino per la ribellione in detti luoghi scoppiata nel 2 di Luglio 1820
dove molte truppe provenienti da Napoli si attestarono a Pomigliano d'Arco agli ordini del generale Carrascosa (4 Luglio 1820).
Per Tavernanova probabilmente passarono anche le truppe del generale Duca di Roccaromana e quasi certamente la bandiera tricolore dei rivoltosi il 7 Luglio.
Bandiera moti 1820-21 (fonte: Corriere della Sera) |
Michele Morelli e Giuseppe Silvati |
venerdì 16 giugno 2017
24 Ottobre 1822 - Anche a Tavernanova accesero le candele di giorno...
...e questo lo deduciamo dal testo di Teodoro Monticelli e Nicola Covelli "Storia de' fenomeni del Vesuvio avvenuti negli anni 1821, 1822 e parte del 1823" (Napoli, 1823).
Leggiamo infatti che "In Napoli l'aria ne era talmente ingombra che la maggior parte del giorno fu tenebrosa. Ma l'oscurità fu tale in 0ttajano, S Anastasia, Pomigliano d'Arco, Casoria, Barra, Resina ed in tutti i villaggi situati al Nord e all'Ovst del monte che si ebbe bisogno di accendere i lumi. La deficienza del giorno, la copiosa sabbia, i boati e le scosse e le detonazioni del monte a tale stato di spavento menarono quelle afflitte e stanche popolazioni, che ammucchiati alla rinfusa uomini e donne, vecchi e fanciulli vedevansi"
Un'altro report a riguardo lo potete trovare anche qui
Leggiamo infatti che "In Napoli l'aria ne era talmente ingombra che la maggior parte del giorno fu tenebrosa. Ma l'oscurità fu tale in 0ttajano, S Anastasia, Pomigliano d'Arco, Casoria, Barra, Resina ed in tutti i villaggi situati al Nord e all'Ovst del monte che si ebbe bisogno di accendere i lumi. La deficienza del giorno, la copiosa sabbia, i boati e le scosse e le detonazioni del monte a tale stato di spavento menarono quelle afflitte e stanche popolazioni, che ammucchiati alla rinfusa uomini e donne, vecchi e fanciulli vedevansi"
Un'altro report a riguardo lo potete trovare anche qui
giovedì 15 giugno 2017
I moti del Luglio 1820 (quelli di Morelli & Silvati) passano per Tavernanova (Parte I)
"Il successo della rivoluzione in Spagna, dove il 7 marzo 1820 fu reintrodotta la Costituzione di Cadice del 1812, si riverberò con particolare evidenza nel Regno delle due Sicilie, determinando un intenso lavorio tra i carbonari e i militari favorevoli alla Costituzione. Dopo una serie di tentativi falliti sul nascere, nella notte tra il 1° e il 2 luglio 1820, una trentina di carbonari della vendita di Nola, guidati dal prete Luigi Minichini, e 127 sottufficiali e soldati del reggimento di cavalleria Borbone, comandati dal tenente Michele Morelli e dal sottotenente Giuseppe Silvati, diedero inizio ad un moto insurrezionale, dirigendosi verso Avellino.
La mattina del 3 luglio Morelli entrò in città e cedette pubblicamente il comando delle forze ribelli al tenente colonnello De Concilj, capo delle truppe locali. Contemporaneamente, le vendite del foggiano, della Calabria, della Basilicata, insieme alle milizie provinciali e alle truppe di linea, insorsero col favore delle popolazioni, rendendo difficoltose le comunicazioni tra Napoli, la Puglia e la Calabria, e condannando così al fallimento l'iniziale tentativo di repressione affidato al generale Carascosa." (fonte: http://www.150anni.it/webi/index.php?s=21&wid=1007)
La mattina del 3 luglio Morelli entrò in città e cedette pubblicamente il comando delle forze ribelli al tenente colonnello De Concilj, capo delle truppe locali. Contemporaneamente, le vendite del foggiano, della Calabria, della Basilicata, insieme alle milizie provinciali e alle truppe di linea, insorsero col favore delle popolazioni, rendendo difficoltose le comunicazioni tra Napoli, la Puglia e la Calabria, e condannando così al fallimento l'iniziale tentativo di repressione affidato al generale Carascosa." (fonte: http://www.150anni.it/webi/index.php?s=21&wid=1007)
Proprio il generale Carascosa attraversò Tavernanova, probabilmente intorno al 3-4 Luglio, come deduciamo dal testo di B. Gamboa in "Storia della rivoluzione di Napoli entrante il Luglio del 1820" (Trani - 1820). E' certo che dal suddetto testo si evince che il Re Ferdinando I inviò delle truppe verso l'avellinese e che tali truppe arrivarono in Pomigliano il 4 Luglio.
mercoledì 14 giugno 2017
venerdì 2 giugno 2017
Fantasia o realtà? A Casamanna una chiesa del XIV secolo...
...dedicata a S. Martino.
La fantasia mi fa vedere da questa foto aerea del 1943 che la struttura indicata come chiesa è totalmente distinta come orientamento rispetto a tutta l'area circostante.
Questo indica che la strada principale di Casamanna, che è collegata con la Nazionale, certamente è sopraggiunta dopo la costruzione di questa Chiesa, così come tutte le case che ivi si affacciano. Vedete anche qui:
http://tavernanova.blogspot.it/2013/09/1878-una-interessante-planimetria.html).
Nel 1364, di fronte alla chiesa di S.Martino vi era la Starza ( e la proprietà) di Franceschiello Galeota (fonte: "Afragola feudale:
per una storia degli insediamenti rurali del napoletano" di Cerbone - De Stelleopardis).
Tutto il territorio abbasce casamanne e fino alla Casa dell'Acqua era di proprietà del Monastero di S.Maria Maddalena Maggiore di Napoli, tanto è vero che a metà del XVII sec. furono costruite alcune case per i lavoranti della zona.
La facciata di questa costruzione conserva ancora un arco gotico (con il pizzo marcato al centro) e a destra ci doveva essere la struttura del campanile.
Eccola:
Con il passare dei secoli, con guerre e distruzioni, mancanza di alloggi, etc. etc. quella che è rimasto della chiesa è stato poi adibito ad abitazioni.
Come fantasia stiamo messi bene ma....gli elementi per fantasticare ci sono!
Buon fine settimana
La fantasia mi fa vedere da questa foto aerea del 1943 che la struttura indicata come chiesa è totalmente distinta come orientamento rispetto a tutta l'area circostante.
Questo indica che la strada principale di Casamanna, che è collegata con la Nazionale, certamente è sopraggiunta dopo la costruzione di questa Chiesa, così come tutte le case che ivi si affacciano. Vedete anche qui:
http://tavernanova.blogspot.it/2013/09/1878-una-interessante-planimetria.html).
Nel 1364, di fronte alla chiesa di S.Martino vi era la Starza ( e la proprietà) di Franceschiello Galeota (fonte: "Afragola feudale:
per una storia degli insediamenti rurali del napoletano" di Cerbone - De Stelleopardis).
Tutto il territorio abbasce casamanne e fino alla Casa dell'Acqua era di proprietà del Monastero di S.Maria Maddalena Maggiore di Napoli, tanto è vero che a metà del XVII sec. furono costruite alcune case per i lavoranti della zona.
La facciata di questa costruzione conserva ancora un arco gotico (con il pizzo marcato al centro) e a destra ci doveva essere la struttura del campanile.
Eccola:
Con il passare dei secoli, con guerre e distruzioni, mancanza di alloggi, etc. etc. quella che è rimasto della chiesa è stato poi adibito ad abitazioni.
Come fantasia stiamo messi bene ma....gli elementi per fantasticare ci sono!
Buon fine settimana
lunedì 29 maggio 2017
Sono del 1278 i primi dati sulle "cedole fiscali" di Arcora
Moneta d'oro di Carlo I d'Angio (fonte: wikipedia) |
Il prof. Feniello ritrova poi Arcora in documenti del XIV sec., dove compare un rateo complessivo per 2 once, 20 tarì e 6 grana. La considerazione che viene presto fatta è che la diminuzione del carico fiscale sia certamente dovuta ad una contrazione demografica dovuta a cause di guerra e di pestilenze (per inciso, Afragola passa da 26 o. 26 t. e 14 g. a 3 o., 24 t. e 6 g. !).
I dati presentati sopra riguardano l'inizio del XIV sec. (1309); nel 1399 invece, Arcora è dispersa dalle carte onciarie: al suo posto una notula che Arcora non è più abitata e, di conseguenza, non è tassabile.
Oltre alle pestilenze ben note, i luoghi arcoriani soffrivano anche del malo ayre, ovvero il paludismo: una epidemia endemica e persistente che decima i villaggi dell'area e i complessi monastici.
Infatti, nell'inventario dei beni del Monastero di S.Maria Maddalena (al 28 Aprile 1364), si ritrova, a proposito di arcora che:
"in Villa Arcure terra que non laboratur ad presens ob laboratoris defectum"
Praticamente, non c'era più nessuno a lavorare nei campi!
mercoledì 24 maggio 2017
24 Maggio 2017: 102 gli anni nel ricordo dei nostri caduti
martedì 16 maggio 2017
L'artista Pasquale Altavilla nel 1853 scrive "Arrivo de Pulecenella a Casalnuovo"
Pasquale Altavilla, definito da Salvatore Di Giacomo come "l'ultimo signore della scena popolare partenopea".
Attore, mimo, commediografo, ballerino, musicista, autore di bellissime canzoni e cantante, Pasquale Altavilla o Zì Pascale (come lo chiamava affettuosamente Eduardo Scarpetta) era il commediografo del momento, dell'attualità. La maggior parte delle sue commedie prendevano spunto dai fatti che accadevano giorno per giorno.
Nato nel 1806, morì in maniera inusitata il 2 agosto 1875 cadendo per le scale nel mentre, per la sua troppa cortesia, era intento ad ascoltare una signora che gli richiedeva un palco per lo spettacolo della sera...
Uno stralcio di battuta ve lo debbo passare...
Attore, mimo, commediografo, ballerino, musicista, autore di bellissime canzoni e cantante, Pasquale Altavilla o Zì Pascale (come lo chiamava affettuosamente Eduardo Scarpetta) era il commediografo del momento, dell'attualità. La maggior parte delle sue commedie prendevano spunto dai fatti che accadevano giorno per giorno.
Nato nel 1806, morì in maniera inusitata il 2 agosto 1875 cadendo per le scale nel mentre, per la sua troppa cortesia, era intento ad ascoltare una signora che gli richiedeva un palco per lo spettacolo della sera...
Pasquale Altavilla |
'E brafe Pasquale!
Pul. Io Pulcinella Cetrulo , figlio di Giancola Cetrulo, morto colla buona salute.
Ans. Morto colla buona salute?!
Pul. Già , patemo se strafocaje co na brasciola;non morette grasso grasso? onne se dice: morto colla buona salute...
sabato 13 maggio 2017
1364 - Nei luoghi arcoriani non solo i monaci cassinesi ma anche....
...le suore del Monastero di S.Maria Maddalena di Napoli, con i lori vari possedimenti in Villa Arcure.
E l'antico registro con le trascrizioni dei vari istrumenti di acquisto, vendita et concessioni varie, ci consente di riempire quella parte di storia proto-tavernanovese nel secolo immediato dalla sua fondazione.
Non solo, ma di riflesso, leggendo alcune trascrizioni, abbiamo la conferma che il territorio arcoriano nel XIV sec. sia stato teatro di guerre e distruzione. Alcune trascrizioni infatti ci parlano spesso di terreni ormai non più coltivati e abbandonati.
Vengono fuori poi la chiesa di S.Martino di Arcora, iuxta terram Monasterii S.Petri ad Aram, iuxta murum antiqui Arcure, iuxta terra ecclesiam Sancti Apostoli, iuxta terram Donni Iuliani Piscicelli...
A questo aggiungo pure la menzione di possidemnti di altre chiese napoletane su cui andrebbe la pena di indagare.
In tale periodo del '300 erano attivi nei luoghi arcoriani il Magistro Andrea De Sardo, l'altrettanto Magistro Petro Lombardo e il Iudice Ioanne Cotognio di Napoli.
Nei luoghi arcoriani era altresì attiva la Starze de li Galiota che si trovava proprio di fronte la chiesa di S.Martino di Arcura a fianco la terra del Domino Franceschiello Galiota...
Saranno 'e Galiota 'e Casamanna? Chissà....
E l'antico registro con le trascrizioni dei vari istrumenti di acquisto, vendita et concessioni varie, ci consente di riempire quella parte di storia proto-tavernanovese nel secolo immediato dalla sua fondazione.
Non solo, ma di riflesso, leggendo alcune trascrizioni, abbiamo la conferma che il territorio arcoriano nel XIV sec. sia stato teatro di guerre e distruzione. Alcune trascrizioni infatti ci parlano spesso di terreni ormai non più coltivati e abbandonati.
Vengono fuori poi la chiesa di S.Martino di Arcora, iuxta terram Monasterii S.Petri ad Aram, iuxta murum antiqui Arcure, iuxta terra ecclesiam Sancti Apostoli, iuxta terram Donni Iuliani Piscicelli...
A questo aggiungo pure la menzione di possidemnti di altre chiese napoletane su cui andrebbe la pena di indagare.
In tale periodo del '300 erano attivi nei luoghi arcoriani il Magistro Andrea De Sardo, l'altrettanto Magistro Petro Lombardo e il Iudice Ioanne Cotognio di Napoli.
Nei luoghi arcoriani era altresì attiva la Starze de li Galiota che si trovava proprio di fronte la chiesa di S.Martino di Arcura a fianco la terra del Domino Franceschiello Galiota...
Saranno 'e Galiota 'e Casamanna? Chissà....
martedì 9 maggio 2017
I 7 Capitani e la Capitanessa a Casalenuovo...
...è il simpatico titolo di un trafiletto di una rivista politica del lontano 1861, pubblicata a Napoli.
La rivista è "Cuorpo de Napule e lo Sebbeto", e sul numero di Venerdì 25 Ottombre 1861 si legge:
"A Casalenuovo no bello paese sette miglia lontano da Napole pe la morte de lo Capitanio de chella Guardia Nazionale se ne facette nautro che pure penzaje d' arrecettarse nsalute nosta Se n' annommenaje no terzo che se n' avette da levà de pressa.
Lo quarto duraje justo tre ghiuorne e lo quinto tiraje no poco de cchiù e pure scennette, lo sesto manco piacette e facette pursì lo papariello.
Mò nce stà no bravo miedeco che fa da Capitanio e pe verità se porta buono ma pe causa de la professione e autre incarreche che tene, ha dichiarato de farlo provisoriamente.
Ecco ccà ca nce vò l'ottavo Capitanio. 'Nzomma: dint a manco no mese se sò cagnate sette Capitanie a Casalenuovo.
Non pare vero. Mò se và trovanno l'ottavo e addò stà?
Non se sperdessero: 'nce stà o nò lo parrocchiano? Embè s' annommenasse pe Capitanio. E si non ce vò essere, meglio accossì: scegliessero n' ovajola de chelle e la facessero capitanessa.
Oh vcdite che è sto munno: a ll' autre 'pparte se fanno a fecozze pe' essere annommenate Capitanie e a Casalenuovo non se ne trovano
Chist è lo Munno.
Articolo molto simpatico!!
La rivista è "Cuorpo de Napule e lo Sebbeto", e sul numero di Venerdì 25 Ottombre 1861 si legge:
Lo quarto duraje justo tre ghiuorne e lo quinto tiraje no poco de cchiù e pure scennette, lo sesto manco piacette e facette pursì lo papariello.
Mò nce stà no bravo miedeco che fa da Capitanio e pe verità se porta buono ma pe causa de la professione e autre incarreche che tene, ha dichiarato de farlo provisoriamente.
Ecco ccà ca nce vò l'ottavo Capitanio. 'Nzomma: dint a manco no mese se sò cagnate sette Capitanie a Casalenuovo.
Non pare vero. Mò se và trovanno l'ottavo e addò stà?
Non se sperdessero: 'nce stà o nò lo parrocchiano? Embè s' annommenasse pe Capitanio. E si non ce vò essere, meglio accossì: scegliessero n' ovajola de chelle e la facessero capitanessa.
Oh vcdite che è sto munno: a ll' autre 'pparte se fanno a fecozze pe' essere annommenate Capitanie e a Casalenuovo non se ne trovano
Chist è lo Munno.
Articolo molto simpatico!!
mercoledì 3 maggio 2017
Se sapessi che le tue foto stanno facendo il giro del Web...
...sicuramente me ne avresti trovate delle altre.
Per ognuna di quelle foto c'è una storia, come questa che propongo qui: gita del 1977 o 1978, insieme ai parrocchiani tavernanovesi. Siamo alla Città della Domenica, mi ricordo che era di pomeriggio.
Con don Gennaro Fico e le Suore di S.Anna si era andati ad Assisi.
Da sinistra, immortalati di spalla, mia mamma Enrichetta che tiene per mano mio fratello Antonio; a destra io e poi mia sorella.
Mi auguro che quella mano esista ancora, da lassù dove sei dal 3 Maggio 2011.
martedì 2 maggio 2017
Il confalone tavernanovese, quello definitivo...
...ma mai dire mai.
Nello stemma troviamo le insegne della casata dei Como (fondatori di Casalnuovo), lo stemma del Monastero dei S. Severino et Sossio, l'ailanto famoso (aka cazzone) e la coppia Sebeto e Arcate dell'acquedotto Claudio.
Il background alla destra (bianco/rosso) rimanda ai colori della casata dei Carafa.
Grazie per le visite.
Nello stemma troviamo le insegne della casata dei Como (fondatori di Casalnuovo), lo stemma del Monastero dei S. Severino et Sossio, l'ailanto famoso (aka cazzone) e la coppia Sebeto e Arcate dell'acquedotto Claudio.
Il background alla destra (bianco/rosso) rimanda ai colori della casata dei Carafa.
Grazie per le visite.
martedì 25 aprile 2017
"Se non ricordiamo non possiamo comprendere"
E' una frase di Edward M. Forster, scrittore inglese (1879-1970), autore de "Passaggio in India".
Per l'appunto, il video che ho creato stamattina è dedicato ai compaesani che hanno mantenuto il ricordo di quei momenti e hanno permesso di tramandarceli:
Raffaele Cerchia (1933)
Gennaro Cortone (1922)
Mario De Maria (1935)
Luigia Gillo (1920)
Maria Granato (1928)
Santa Iazzetta (1928)
Silvio Magario (1935)
Domenico Montanaro (1922)
Margherita Passaro (1930)
Tommaso Pastena (1930)
Maria Rea (1942)
Giovanni Romano (1942)
Pasqualina Mazzuoccolo, Giuseppe D'Alise, Raffaella Castaldo e Carmela Ponticelli (tutti dipendenti del comune di Casalnuovo).
Buon 25 Aprile, nel ricordo di coloro che hanno perso la vita per questa "Liberazione"...
martedì 18 aprile 2017
Ricostruzione della Tavernanova alla fine del 1400....
Con tanta fantasia e da profano. L'immagine è un tentativo, da aggiornare, di ricostruire i luoghi arcoriani che sarebbero poi diventati Tavernanova. In particolare, questa è la parte dove poi sarebbe stata implementata la cappella di S.Maria ad Nives.
E' chiaro che alcune cose man mano le rivedrò, ad esempio, le arcate dell'acquedotto, che sono state in piedi più o meno fino alla metà del 1400.
Sotto, invece, un video, sempre molto scarso, che riproduce cosa si poteva vedere dalla strada nella stessa epoca.
Man mano gli daremo una rinfrescata con nuovi elementi...
sabato 15 aprile 2017
Totò e 'o barre 'e Purcare
A 50 anni dalla morte del Principe, mi piace riportare quanto raccolto dall'amico Giggino 'o mericane, presente quel giorno in cui Totò, insieme a mio zio Peppino Porcaro - con il quale vi era un sodalizio in quanto parolieri di canzoni napoletane - fece l'onore a Tavernanova intera venendo nel Bar Porcaro.
Giggino racconta che mio nonno Antonio gli chiese: "Commendatò, 'a putissene fà a mossa co' cuolle?". Questo racconto fa allora il paio con quello che mi ha sempre riferito mia madre Enrichetta, e che cioè, al momento di preparare il caffè al mitico Totò, mio nonno omise di metterci lo zucchero. A quel punto Totò sbottò: "Tatò, ma me l'e fatte apposta pe me fa fà 'a vavera storta...?".
Le cronache dicono che la "mossa" la fece.
A me interessa che questo racconto - e i loro protagonisti - non muoiano mai.
Perciò lo racconto. W Totò!!!
mercoledì 12 aprile 2017
(1876) L'ultimo testo teatrale di Antonio Petito menzionava anche Casalnuovo...
...come paravento per un evento mondano di quel periodo, ovvero i festeggiamenti del Carnevale a Napoli.
In realtà l'autore già anni prima aveva titrato in ballo Casalnuovo in "La grande entrata della compagnia equestre americana a Casalnuovo" (1871).
Ad ogni modo, nella commedia qui presentata, Petito vuole rappresentare la provincia nel momento in cui decide di "affacciarsi" a Napoli per le Feste Carnevalesche.
La cosa importante è che Casalnuovo già era sinonimo di sartorialità in qualche modo, infatti l'allestimento del primo atto prevedeva la presenza di cenci:
Il teatro rappresenta la piazza di Casalnuovo. A dritta [il} Palazzo di Asdrubale con loggia}' a fianco di essa [una] porta ferrata che mena in una cantina. A sinistra [una} bottega di cenciaiuolo con mostra al di
fuori di [una) fune, oggetti di ferro vecchio e cenci, a terra vari panni vecchi. Al di sopra della bottega un balcone praticabilé. Ai fianchi della
bottega una scala. Cosimo sta seduto vicino alla sua bottega scartando alcuni cenci.
In realtà l'autore già anni prima aveva titrato in ballo Casalnuovo in "La grande entrata della compagnia equestre americana a Casalnuovo" (1871).
Non solo, ma il 12 Gennaio del 1850 portò in scena al Teatro S. Ferdinando un'altra commedia sullo sfondo di Casalnuovo:
"Pulcenella ricco e pezente a Casalenuovo".
Ad ogni modo, nella commedia qui presentata, Petito vuole rappresentare la provincia nel momento in cui decide di "affacciarsi" a Napoli per le Feste Carnevalesche.
La cosa importante è che Casalnuovo già era sinonimo di sartorialità in qualche modo, infatti l'allestimento del primo atto prevedeva la presenza di cenci:
Il teatro rappresenta la piazza di Casalnuovo. A dritta [il} Palazzo di Asdrubale con loggia}' a fianco di essa [una] porta ferrata che mena in una cantina. A sinistra [una} bottega di cenciaiuolo con mostra al di
fuori di [una) fune, oggetti di ferro vecchio e cenci, a terra vari panni vecchi. Al di sopra della bottega un balcone praticabilé. Ai fianchi della
bottega una scala. Cosimo sta seduto vicino alla sua bottega scartando alcuni cenci.
Ottimo Casalnuovo!
Grazie per le visite!
domenica 2 aprile 2017
Il Bar Porcaro e il Napoli: ricordi di una passione indissolubile...
Siamo negli anni '50: l'ottimo Giggino 'o mericano mi ricorda non solo della venuta di Totò nel Bar Porcaro (in compagnia di zio Peppino Porcaro) ma anche di una certa frequentazione di alcuni giocatori del Napoli, vista l'amicizia di mio nonno Antonio con qualcuno dell'entourage partenopeo.
Luigi mi ricorda che tipicamente i giocatori che stazionavano presso di noi erano i difensori Castelli e Comaschi oltre al centrocampista Gramaglia - parliamo degli inizi della stagione 1952-53 - oltre che del grandissimo Petisso: Bruno Pesaola.
La squadra intera talvolta effettuava una sosta proprio a Tavernanova, presso il Bar, mi dice ancora Luigi! Ecco allora perchè nel bar è sempre stato esposto il poster della squadra del Napoli, ogni anno fino al 1979.
Ma non era un poster qualunque: era firmato ogni volta dal capitano e inviato direttamente dalla società...
Forza Napoli e W Bar Porcaro!
mercoledì 29 marzo 2017
Una ipotesi dal lontano XV secolo prende corpo...
...ovvero che a Tavernanova (che non si chiamava ancora così, ma era un territorio di Archora), il nobile fiorentino fondatore di Casalnuovo Angelo Como (Cuomo per gli amici) ricevette da Ferdinando I un territorio in Archora e qui avesse edificato molte case con un hospizio per comodità dei passaggieri e, intendendo edificarvi delle altre, nel 1484 (dunque l'hospizio e le molte case sono databili anteriormente) ebbe il primo Luglio la facoltà di edificare altre case e che possi lo stesso Angelo nel riferito hospitio far vendere vino di ogni sorte e qualsivoglia cosa che solitamente si vendevano in questi Hospizi, che oggi tradurremmo con Alberghi o Ospedali.
Le altre case del 1484 furono probabilmente edificate sulla collina "Botteghella" di Casalnuovo, primo nucleo di questo comune.
Altri studiosi, lievemente più recenti, hanno aggiunto qualche altro particolare che rende la tesi che a Tavernanova vi fosse un hospizio poi ribattezzato in "taverna" è molto probabile.
Grazie per le visite.
Le altre case del 1484 furono probabilmente edificate sulla collina "Botteghella" di Casalnuovo, primo nucleo di questo comune.
Altri studiosi, lievemente più recenti, hanno aggiunto qualche altro particolare che rende la tesi che a Tavernanova vi fosse un hospizio poi ribattezzato in "taverna" è molto probabile.
Grazie per le visite.
sabato 25 marzo 2017
Il grano d'india e le entrate della Hostaria d'Archora
Sono bazzecole qui e la raccolta dalla analisi di 6 volumi reperiti all'Archivio di Stato di Napoli.
Nel maggio del 1635, al Monastero di SS.Severino et Sossio di Napoli, la Hostaria d'Archora aveva portato 405 ducati ( e ne vengono dichiarati altrettanti in uscita verso Gio.Angelo Gaudino (Gaudioso?).
Nel versante di fronte la grancia tavernanovese (beni che al 1695 erano del Monastero di S.Ligorio di Napoli), vi è una ipotetica Massaria della Volla che produceva orzo, grano, vino e grano d'India (probabilmente grano importato dalle Americhe, nuova india).
Sarà proprio questa la "Massaria della Volla"?
Nel maggio del 1635, al Monastero di SS.Severino et Sossio di Napoli, la Hostaria d'Archora aveva portato 405 ducati ( e ne vengono dichiarati altrettanti in uscita verso Gio.Angelo Gaudino (Gaudioso?).
Nel versante di fronte la grancia tavernanovese (beni che al 1695 erano del Monastero di S.Ligorio di Napoli), vi è una ipotetica Massaria della Volla che produceva orzo, grano, vino e grano d'India (probabilmente grano importato dalle Americhe, nuova india).
Sarà proprio questa la "Massaria della Volla"?
mercoledì 22 marzo 2017
L'elenco dei tavernanovesi (e casalnuovesi) che contribuirono alle memorie della Seconda Guerra Mondiale
L'autore - Simon Pocock - li evidenzia alla pagina 148.
E sono (tra parentesi l'anno di nascita):
Raffaele Cerchia (1933)
Gennaro Cortone (1922)
Mario De Maria (1935)
Luigia Gillo (1920)
Maria Granato (1928)
Santa Iazzetta (1928)
Silvio Magario (1935)
Domenico Montanaro (1922)
Margherita Passaro (1930)
Tommaso Pastena (1930)
Maria Rea (1942)
Giovanni Romano (1942)
Pasqualina Mazzuoccolo, Giuseppe D'Alise, Raffaella Castaldo e Carmela Ponticelli (tutti dipendenti del comune di Casalnuovo).
A questi nostri cari concittadini va anche il nostro plauso poichè, come diceva Edward M. Forster, "Se non ricordiamo non possiamo comprendere".
E sono (tra parentesi l'anno di nascita):
Raffaele Cerchia (1933)
Gennaro Cortone (1922)
Mario De Maria (1935)
Luigia Gillo (1920)
Maria Granato (1928)
Santa Iazzetta (1928)
Silvio Magario (1935)
Domenico Montanaro (1922)
Margherita Passaro (1930)
Tommaso Pastena (1930)
Maria Rea (1942)
Giovanni Romano (1942)
Pasqualina Mazzuoccolo, Giuseppe D'Alise, Raffaella Castaldo e Carmela Ponticelli (tutti dipendenti del comune di Casalnuovo).
A questi nostri cari concittadini va anche il nostro plauso poichè, come diceva Edward M. Forster, "Se non ricordiamo non possiamo comprendere".
lunedì 20 marzo 2017
Santa Iazzetta racconta del 4th Field Hospital installato a Tavernanova....
Spilla del 4th Field Hospital |
(fonte: S. Pocock "Campania 1943" - Vol.II)
domenica 19 marzo 2017
Auguri zì Peppì!
Chissà se oggi saresti stato da noi a Tavernanova....ma ci sei lo stesso.
Grazie per il tuo lavoro a favore della musica e della cultura napoletana.
Grazie per il tuo lavoro a favore della musica e della cultura napoletana.
1 Ottobre 1943 - Gli inglesi entrano in Tavernanova!
"Infatti, verso mezzogiorno del 1° ottobre, le autoblindo Humber di una pattuglia del B Squadron dei King’s Dragoon Guards dipendenti dalla 23rd Armoured Brigade britannica, provenienti da Portici, S. Giovanni a Teduccio, Barra, Ponticelli e lungo la Via Lufrana da Volla, erano arrivati, dapprima in località Salice e poi a Tavernanova, con il compito di stabilire contatti con i ricognitori dell'11th Hussars della 22nd Armoured Brigade britannica, la quale unità era partita da Scafati il 29 settembre diretta ai versanti orientali e settentrionali del Vesuvio. Ma degli Ussari in arrivo dall’est non c’era ancora traccia, e quindi i mezzi corazzati, dopo aver colpito un’autovettura, danneggiato un camion, e con la cattura dei due soldati del Reich,, rimasero fermi a Tavernanova fino al giorno successivo.
Infatti, sebbene gli inglesi fossero arrivati nella zona di Tavernanova, il centro abitato a nord della SS 7 bis rimase in mano tedesca fino al giorno dopo, 2 ottobre. Alle 16.09 dello stesso giorno, si ebbero comunicazioni via radio che a Casalnuovo i tedeschi stavano sparando con un carro Mk. IlI, varie autoblindo e un nebelwerfer per bloccare l’avanzata inglese da Casoria.
Nebelwerfer |
Errichiello chiese al comando alleato l’autorizzazione ad accon' pagnarli nelle campagne fino al tenimento di Afragola, autorizzazione che gli fu concessa. Proprio sulla strada per Afragola quel pomeriggio l’avanzata alleata fu arrestata dalla presenza di artiglieria tedesca, ma già la sera dello stesso giorno era partita la 5a Truppa degli Ussari insieme ai RTR, riuscendo a raggiungere Afragola, sebbene con difficoltà."
fonte: S. Pocock "Campania 1943 - Vol II"
giovedì 16 marzo 2017
Santa Iazzetta, classe 1928: testimone di guerra a Tavernanova
Scrive Simon Pocock:
"Santa Iazzetta, classe 1928, abitava all’epoca alla Via Nazionale delle Puglie 1, nella zona di Salice.
Poco prima di abbandonare la zona, vennero quattro o cinque tedeschi, probabilmente addetti ai succitati lavori di demolizione, che dicevano di volerci dormire. La situazione non fu del tutto priva di lati positivi per la famiglia Iazzetta; i tedeschi si portarono dietro dei conigli vivi per supplementare la loro dieta militare. Nella notte, poi, i ragazzi andarono in cucina per tagliare sottilissime fettine di pane nero che i tedeschi avevano lasciato incustodito.
Ma con l’avvicinamento delle truppe alleate, agli stessi soldati tedeschi, fu data una caccia spietata da parte di alcune persone di Tavernanova. Un soldato tedesco, quindi, fu ucciso nei pressi del ponte sulla strada per Afragola. Lo sfortunato fu sepolto tre volte; la prima volta gli furono rubati il portofolio e l’anello, la seconda volta fu spogliato dei suoi stivaloni e vestiti, e la terza volta dei suoi indumenti intimi. Almeno così si racconta.
A casa Iazzetta, invece, un giovane soldato di nome Stadermann fu tra gli ultimi ad andare via. Un giorno venne una banda di protopartigiani italiani. A Stadermann fu consigliato di andare a nascondersi sul tetto ma, con l’aiuto di Santa, non appena egli mise la testa sopra il parapetto fu raggiunto da una pioggia di proiettili e così lo tirarono giù. Stadermann era pallido, piangeva come un bambino. Lo nascosero nel pozzo nero, precedentemente svuotato, pulito e asciugato. Arrivarono gli italiani ordinando ai Iazzetta di consegnare il tedesco, altrimenti lo avrebbero ammazzato. Così il fratello di Santa, Salvatore, scese nel pozzo e persuase l’impaurito tedesco a consegnarsi. Stadermann fu successivamente portato in un giro di trionfo intorno alle strade di Tavernanova prima di essere dato agli inglesi. [...] Che morì almeno un soldato tedesco, poi, viene confermato da diverse persone, le quali ricordano che a due soldati, sentinelle in sidecar addette al minamento dei platani in località Salice, furono sparati diversi colpi di fucile alla schiena, e che uno di loro morì: il ricordo è impresso nella memoria collettiva anche perché ai due soldati furono rubati successivamente gli stivaloni.
"Santa Iazzetta, classe 1928, abitava all’epoca alla Via Nazionale delle Puglie 1, nella zona di Salice.
Poco prima di abbandonare la zona, vennero quattro o cinque tedeschi, probabilmente addetti ai succitati lavori di demolizione, che dicevano di volerci dormire. La situazione non fu del tutto priva di lati positivi per la famiglia Iazzetta; i tedeschi si portarono dietro dei conigli vivi per supplementare la loro dieta militare. Nella notte, poi, i ragazzi andarono in cucina per tagliare sottilissime fettine di pane nero che i tedeschi avevano lasciato incustodito.
Ma con l’avvicinamento delle truppe alleate, agli stessi soldati tedeschi, fu data una caccia spietata da parte di alcune persone di Tavernanova. Un soldato tedesco, quindi, fu ucciso nei pressi del ponte sulla strada per Afragola. Lo sfortunato fu sepolto tre volte; la prima volta gli furono rubati il portofolio e l’anello, la seconda volta fu spogliato dei suoi stivaloni e vestiti, e la terza volta dei suoi indumenti intimi. Almeno così si racconta.
A casa Iazzetta, invece, un giovane soldato di nome Stadermann fu tra gli ultimi ad andare via. Un giorno venne una banda di protopartigiani italiani. A Stadermann fu consigliato di andare a nascondersi sul tetto ma, con l’aiuto di Santa, non appena egli mise la testa sopra il parapetto fu raggiunto da una pioggia di proiettili e così lo tirarono giù. Stadermann era pallido, piangeva come un bambino. Lo nascosero nel pozzo nero, precedentemente svuotato, pulito e asciugato. Arrivarono gli italiani ordinando ai Iazzetta di consegnare il tedesco, altrimenti lo avrebbero ammazzato. Così il fratello di Santa, Salvatore, scese nel pozzo e persuase l’impaurito tedesco a consegnarsi. Stadermann fu successivamente portato in un giro di trionfo intorno alle strade di Tavernanova prima di essere dato agli inglesi. [...] Che morì almeno un soldato tedesco, poi, viene confermato da diverse persone, le quali ricordano che a due soldati, sentinelle in sidecar addette al minamento dei platani in località Salice, furono sparati diversi colpi di fucile alla schiena, e che uno di loro morì: il ricordo è impresso nella memoria collettiva anche perché ai due soldati furono rubati successivamente gli stivaloni.
Si dice, però, che anche due soldati italiani furono uccisi dai tedeschi nella stessa zona, e spogliati dei vestiti e degli scarponi militari prima di morire, episodio che ricorda la brutta faccenda spesso segnalata per il territorio di Pomigliano d’Arco, in cui nella notte tra l’8 e il 9 settembre sul Vialone di Pomigliano, viene riportato che due ufficiali e sette soldati italiani erano stati uccisi da truppe tedesche al presidio di un piccolo posto di blocco."
martedì 14 marzo 2017
Carnevale 1975 - Altro video tavernanovese...
Il video è composto dalle foto già pubblicate su FB...ma con qualche sorpresa...
Invito tutti quelli che nel 1975 frequentavano la Terza Media a Tavernanova ad ascoltare l'audio iniziale di questo video: ci sono tre voci maschili e una femminile.
Se ci siete, battete un colpo!
lunedì 13 marzo 2017
Settembre 1943 - Il gruppo protopartigiano di Mauro Errichiello agisce a Tavernanova
"Prima di lasciare la zona, i tedeschi addetti alle batterie della contraerea a Licignano e Tavernanova compirono alcuni atti di sabotaggio, tesi a impedire il successivo riutilizzo delle risorse locali da parte degli alleati e ad ostacolarne l’avanzata.
Fra le opere di demolizione si segnala quella della Sottostazione Elettrica, ubicata a fianco della stazione della SMSF Circumvesuviana di Casalnuovo, insieme a tutti i macchinari.
I tedeschi addetti alle batterie della contraerea, poi, si misero a “requisire” animali e merci, soprattutto le patate stipate nelle masserie di campagna, scatenando ulteriore simpatia per il gruppo dell’atletico partigiano agricoltore Errichiello, il quale, nei giorni 28 e 29 settembre, ebbe la possibilità di condurre un gruppo di circa settanta persone a Tavernanova nel tentativo di bloccare la strada ai soldati tedeschi in ritirata dalla batteria anti-aerea, della quale si erano impossessati dopo l’8 settembre; l’episodio è solo uno dei tanti che circolano a proposito del masanielliano Errichiello. Leggiamo, ad esempio, che a Casalnuovo, un camion di guastatori che tentava di raggiungere la stazione ferroviaria per distruggerla saltò in aria al passaggio di un ponte minato dai contadini. Alcuni tedeschi rimasero così uccisi e reparti in ritirata furono costretti a cambiare strada; nella zona detta “del Salice” - dove due giovani contadini erano stati uccisi il giorno prima - essi furono attaccati e subirono non poche perdite.
Nel tratto di strada nazionale a Taverna Nuova - una grande strada asfaltata fra due filari di vecchi grandi platani - furono presi due guastatori che minavano gli alberi perché ogni fusto abbattuto fosse di ostacolo all’avanzata degli alleati; le mine furono disinnescate. Ancora fu salvato un ponte sulla ferrovia, che i tedeschi avevano minato. La mattina del 10 ottobre i contadini di Casalnuovo assalirono la Caserma dei Carabinieri e si armarono a centinaia; parteciperanno poi alla lotta fra le retroguardie tedesche e le prime autoblindo inglesi sopraggiunte e guideranno queste ultime sulla via per Pomigliano e Acerra"
(tratto da "Campania 1943" (vol.2) di S. Pocock)
Iscriviti a:
Post (Atom)
Canale Youtube - La playlist...
Post +popolari nell'ultimo mese...
-
L'immagine è il particolare di una stampa cartografica del 1860 (Libreria Detken & Rocholl). L'area copre parte di via Filichi...
-
La cartografia dovrebbe risalire alla fine degli anni '20 del XX° secolo, visto che ritroviamo il Salice come frazione di Ponticelli e ...
-
don Giovan Domenico Panzuti (Panzuto), come tutte le persone notabili del Regno, amava avere un proprio fondo agricolo fuori le mura di Nap...